Seggiolino si, seggiolino no

Una storia di Padri …

“Nel 1976, ho avuto un incidente d’auto in cui i miei bambini 3, 5 e 8 anni sono stati feriti in ambulanza.

Il più giovane (frattura alla gamba e lesioni interne), il più vecchio (tagli con frammenti di vetro sul volto) e mia figlia di mezzo (sanguinamento e possibili lesioni interne) lei e’ stata posizionata su di una barella in braccio a me’. 

Nessuno di noi portava cinture di sicurezza su tragitto ad alta velocità fino al pronto soccorso…

37 anni più tardi, non è cambiato nulla. 

 

Ci sono ancora solo 3 opzioni disponibili oggi per il trasporto di un bambino su di un’ambulanza …

1) Un genitore è fissato sulla barella e tiene il bambino in braccio ma senza cintura…

2) Legare il bambino direttamente alla barella con le cinture da adulto senza accorgimenti importanti

3) … l’uso del seggiolino trovato all’interno del veicolo incidentato…

A mio avviso, utilizzare un seggiolino per auto legato in modo non studiato alla barella di trasporto su di un mezzo di soccorso, non e’ la cosa più corretta e sicura.

(Infatti, anche i produttori di Aziende Leader del settore, stabiliscono chiaramente che questo non è l’uso previsto).

Marzo 2003: un bambino di 3 giorni, sopravvive ad un incidente in ambulanza ed è stato trovato a terra nel buio. Come risultato le lesioni cerebrali che ha subito, non sono reversibili e avrà bisogno di cure mediche specializzate per il resto della propria vita e non potrà mai più frequentare la scuola.

Maggio 2004: un’ambulanza e un camion dei rifiuti hanno avuto una collisione. Una bambina di 8 mesi veniva portata in braccio da un medico durante il trasporto, quando si e’ verificato l’incidente.

La bambina e il medico, sono stati espulsi dal veicolo ed entrambi sono stati trasportati all’ospedale in gravi condizioni.

Dicembre 2008: un bambino di 4 settimane, gravemente malato, veniva trasportato per il trattamento quando l’ambulanza sbandò e si rovesciò. 

Il bambino è stato trasportato in ospedale dove è stato ricoverato con urgenza.

Si stima che ogni anno ci sono 1.000 incidenti di ambulanze che coinvolgono pazienti pediatrici circa 1 su 10 trasporti, circa 3 su 100 sono bimbi sotto i 5 anni di età. In oltre che circa 4 bambini muoiono per questa causa.

In una collisione a 56 Km/h, un bambino slegato all’interno di un veicolo di 15kg è esposto alle forze stesse in caduta come da una finestra al quarto piano producendo una forza d’urto pari a 225Kg

A questo dato va aggiunto che un veicolo di soccorso, non viaggia mai a 56 chilometri all’ora…

Quindi, quali sono le normative e le leggi che richiedono che ogni bambino essere fissato in modo sicuro durante il trasporto in ambulanza ?

Senza entrare nel dettaglio di numeri e di anni, direi che partiamo subito dal codice della strada, che menziona, che il trasporto su di un veicolo, deve essere affrontato in determinati modi per ridurne i rischi durante il trasporto e pretende con questa frase coscienza e responsabilità, richiedendo agli autisti soccorritori, di attenersi alle norme di generica prudenza.

– Le Normative Europea, in specifico, quella che identifica i mezzi di soccorso, dove viene descritto come e se si può fissare sedili di trasporto pediatrico, naturalmente: nuovi, non manomessi, non incidentali e della stessa casa produttrice dei sedili “fronte marcia” omologati M1, alcuni punti:

1 tutte le persone e le cose all’interno di qualsiasi mezzo in movimento, devono essere fissate per resistere ad una forza di arresto pari a 10 volte (10G) il loro peso in tutti i sensi di marcia: anteriore, posteriore, superiore e inferiore, per evitare che diventino proiettili.

2 che le persone e le attrezzature ad energia terminata, non siano spostati di 1,5 cm in più o in meno, rispetto alla loro posizione iniziale.

– La normativa europea, dedicata alla realizzazione dei presidi Medici di classe 1 prevede quali siano i “minimi requisiti essenziali” delle attrezzature che devono e possono essere utilizzate su di un mezzo di soccorso.

Come minimi requisiti essenziali, si intende che ci sono esempio, misure e caratteristiche che non si possono omettere, ma solo migliorare.

– I due Decreti Legislativi Italiani in vigore ma sicuramente dall’avvento della Comunità Europea, il loro valore,viene mesoni secondo piano rispetto alle normative vigenti.

– I manuali istruzioni del prodotto in questione, denigrati già dall’acquisto del prodotto e mai letti.

Tutte le informazioni all’uso e manutenzione descritte al suo interno, consentirebbero di migliorare la professionalità a le sicurezza sia degli operatori che dei pazienti.

 

Formazione

Perché trasportare un bambino nel proprio seggiolino di trasporto, non e’ una cosa corretta al 100%?

Molte Linee Guida Internazionali, cioè, le istituzioni che decidono i protocolli di intervento tecnico e terapeutico per tutto il globo, sposano il fatto di immobilizzare il paziente pediatrico all’interno del sedile di trasporto con riempitivi, direttamente all’interno dl veicolo incidentato, per tutelare il piccolo paziente.

Una sola Linea Guida Internazionale ITLS INTERNATIONAL, ha deciso e pubblicato nella loro ultima versione, il contrario, andando contro tendenza rispetto alle altre, ma a mio avviso, ragionando con criteri validi e innovativi si sono spostati avanti nel futuro.

Quello che fa specie, in Italia è che le Linee Guida di cui parlavo, in svariati protocolli regionali, vengono menzionate innumerevoli volte, ma mai rispettate e quasi sempre modificate da qualche figura professionale che si inventa manovre e protocolli personalizzati, avvalendosi delle esigenze territoriali.

A noi soccorritori, queste cose non dovrebbero interessarci, perché siamo volontari… Insomma…

Fino a quando non succede qualche cosa, o tocca a nostro figlio essere immobilizzato e trasportato in modo pericolo e non conforme va tutto bene…

 

… allora perché non trasportare il bambino nel sedile di trasporto.

1 il sedile di trasporto pediatrico, posto all’interno di un veicolo incidentato, a sua volta ha subito un dissiparsi di energie e forze che potrebbero averlo compromesso. Se andiamo a spulciare i “manuali istruzioni” di aziende serie, notiamo che nelle precauzioni, viene descritto che: se il sedile di trasporto, subisce anche solo una caduta da un metro di altezza, è da considerasi fuori servizio…

2 In più con tutti questi negozi, che recuperano e rivendono, materiale pediatrico di seconda e terza mano… Il sedile di trasporto, potrebbe sicuramente avere già subito impatti o modifiche che potrebbero averlo compromesso.

3 immobilizzare un bimbo “cosciente” nel suo seggiolino, sulla scena dell’evento, questo per bambini di tutte le eta, compromette alcune cose:

– stress da parte degli operatori che affrontano un evento molto difficile emotivamente e in questo caso tra le urla e il pianto di questo bambino… direi che la cosa si fà molto ardua.

– stress da parte del piccolo che si vede saltare a dosso due persone a lui sconosciute; dove uno gli tiene la testa immobile e l’altro riempie con dei traversi gli spazzi impedendogli di muoversi, per poi utilizzare lo scotch per fissare il tutto.

– pensate a tenere la testa per “tutelare” il rachide da un possibile trauma, ad un paziente che non vuole… Lui spingerà e il soccorritore impedirà i movimenti… quanta energia ci sarà in quell’articolazione che si chiama rachide cervicale, e che si trova tra il torace e il cranio?

4 non estricando il bambino dal sedile di trasporto, è impossibile affrontare la valutazione, così facendo, non avremo mai la certezza che il sedile dopo l’impatto, si sia frammentato e il materiale plastico, non sia penetrato nel piccolo paziente.

Poi, come faccio a valutarlo seduto, come faccio a valutarlo se si dimena e piange disperato, mentre due sconosciuti lo legano, come faccio poi eventualmente a trasportarlo essendo sicuro che se freno, vado a ri-compromettere zone che il bambino, non parlando, non ha potuto riferirmi: “qui mi fà male…”.

5 come dicevamo prima, quasi tutte le barelle di trasporto in commercio “naturalmente quelle conformi alle leggi e normative vigenti”, non possono trasportare un sedile pediatrico, dato che non sono state studiate per quello. Ma soprattutto non hanno i sistemi di ritenuta idonei e studiati per fissare il sedile alla barella.

6 in caso di “vomito” come faccio a mantenergli la pervietà delle vie aeree, dovrei ruotare tutto il sedile dato che l’ho legato e imbottito come un salame, andando a compromettere quell’allineamento a 25° che consente alle faccette vertebrali di fare attrito tra loro, compensando la mancanza di struttura muscolo schelettrica.

… soprattutto NON e’ UN PRESIDIO MEDICO, e non può essere messo nel vano sanitario!

 

Se non lo posso mettere sulla barella di trasporto, dove lo posso mettere all’interno del vano sanitario ed eventualmente in quale posizione?

…sulla panca…

Direi che non è conforme, non ha i sistemi di trattenuta idonei e il paziente avrebbe una dislocazione laterale di tutti gli organi interni in caso di frenata o di arresto del veicolo.

… sul sedile “del medico”‘ quello posto dietro all’autista?

Direi che non e omologato come M1  e poi i sistemi di ritenuta, non sono idonei…

Quindi si deduce che nel vano sanitario, non si ha un locazione idonea al sedile recuperato dal veicolo, ma soprattutto, non si ha la sicurezza di un trasporto.

… se il paziente era stato trasportato in fronte marcia, sicuramente avrà subito un trauma al rachide cervicale, dato che la testa all’interno dei sedili è libera, quindi non trattenuta in caso di incidente.

Se proprio lo devo trasportare, lo trasporterei, nel senso opposto evitando di risollecitare il rachide cervicale e rimanendo alla testa.

Il consiglio che voglio evidenziare in questo lunghissimo articolo è quello di trasportare il paziente pediatrico, con i dovuti accorgimenti fisiologici in una posizione a “noi conosciuta”, con presidi studiati e dedicati alla gestione pediatrica.

Estricare con le dovute cautele e tecniche il piccolo paziente dal sedile di trasporto e posizionarlo su di un presidio pediatrico, appositamente studiato per la gestione e il trasporto nei mezzi di soccorso, ma soprattutto contemplato dalla letteratura pediatrica, che insegna e descrive come occuparsi di un paziente in posizione prona.

Esistono presidi studiati per completare un intervento pediatrico sia traumatico che medico, che se non ci fossero in commercio… Si potrebbe fare come si vuole, ma essendoci e soprattutto venduti in tutto il mondo, con un fascicolo tecnico alle spalle, enti certificatori esterni che ne certificano le doti tecniche, non le “aziende produttrici” che si  “auto certificano”.

Studi scientifici e valenze che ne creano la storia, consentendo anche alla persona meno qualificata di questo mondo di trasportare in sicurezza un paziente pediatrico.

Ogni altra cosa è inaccettabile!