Questa versione 2024, è diventata molto più snella. Racchiude tutte le zone di BOULDER e tutti i settori di ARRAMPICATA SPORTIVA totalmente aggiornati ma soprattutto NUOVI. Per chi non fosse mai stato alla Pietra di Bismantova; è un enorme massiccio roccioso dall’inconfondibile profilo, isolato nella rotondità degli appennino Reggiano, a forma di nave che ne contraddistingue il paesaggio, con la prepotenza visiva delle più note “pareti e monoliti” del mondo.

La Pietra di Bismantova è un conglomerato roccioso di arenaria compatta, sovente levigata dall’acqua, che si innalza di 120 m dal suolo. Data la particolarità di questa roccia quindi l’arrampicata è principalmente d’equilibrio e di tecnica, ma anche di forza estrema su grandi pareti storiche. Questo luogo frequentabile e si arrampicata 12 mesi all’anno, seguendo o evitando il sole, con la possibilità di esaurire le energie sui più di 300 itinerari esistenti. Le protezioni sono sportive e sicure e gli atterraggi dei Boulder sono stati migliorati. Buona Arrampicata!

#lamiglioremascheraeunsorriso
Alex Stecchezzini e Umberto Fontanesi Copyright© 2024

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La raccolta delle vie lunghe, attrezzate in modo SPORTIVO, della Pietra di Bismantova è stata redatta da NicoBeta un vero amante della Montagna e un Amico.

La prima ascesa alpinistica è attribuita a Carlo Voltolini, che scalò in solitaria la Pietra di Bismantova nel 1922. Il tracciato della sua salita, che arriva al terzo grado superiore, prese il nome di “Via degli Svizzeri”, dall’appellativo dato dai locali a Voltolini, che in realtà era trentino, e all’amico svizzero che lo aveva accompagnato ai piedi del monte.

Nel 1940 Nino Oppio scalò la parete sud-est, aprendo la “Via Oppio” a lui intitolata. Lo stesso anno Armando Corradini e Olinto Pincelli salirono il diedro dal piazzale dell’Eremo, con difficoltà di sesto grado. Negli anni seguenti Pincelli aprì numerosi percorsi di arrampicata.Una nuova fase si aprì negli anni 1960. La prima arrampicata artificiale sulla Pietra di Bismantova avvenne nel 1960, ad opera di Luigi Zuffa e Benito Modoni, da cui la “Via Zuffa-Modoni”.

Nel frattempo la pratica dell’alpinismo si andava diffondendo in Emilia-Romagna, e la Pietra diventò una delle palestre di roccia più popolari della regione. Tra la fine degli anni 1960 e la metà degli anni 1970 vennero aperte molte nuove vie: la “G.A.B.” dedicata al Gruppi Amici di Bismantova nel 1968, la “Donato Zeni” e la “Via dei Lumaconi” nel 1969, la “Via Nino Marchi” nel 1971, la “Via Doretta” e la “Via Paola” nel 1972, la “Via CAI Parma” nel 1973 e la “Via del Centenario” nel 1975.

A partire dalla metà degli anni 1970 cominciò ad affermarsi l’arrampicata libera su alti gradi di difficoltà, lungo i tracciati aperti in precedenza in artificiale. Il settimo grado fu raggiunto da Emilio Levati nell’ultimo tiro di corda della “Via del Centenario”.A metà degli anni 1980 prese piede l’arrampicata sportiva. Vennero introdotte alcune innovazioni tecniche, come lo spit e il monotiro, e aperte nuove vie, mentre i vecchi tracciati furono progressivamente richiodati. 

Non mancarono le polemiche: ci furono proteste contro gli appigli scavati nella roccia per agevolare l’arrampicata libera, e contro le nuove chiodature che impedivano di fatto l’arrampicata in artificiale su alcune vie. Alla fine degli anni 2000 l’arrampicata sportiva è ancora la pratica prevalente, ma si nota una ripresa dell’arrampicata in artificiale. Dal 1971 è inoltre presente una via ferrata, la via ferrata alla Pietra di Bismantova, detta anche Via ferrata degli Alpini.  A questa si è aggiunta, nel 2017, una seconda ferrata denominata Via ferrata Ovest o dell’Ultimo Sole di difficoltà inferiore all’altra.